A che età si possono mettere i bambini sugli sci? Ci sono bambini che muovono i primi passi sugli sci anche prima dei tre anni. Ma è sicuramente meglio aspettare almeno fino ai quattro, cinque anni. A che età è consigliabile mettere gli sci ai nostri figli? Verso i tre, quattro anni. Diversamente da altri sport, lo sci è infatti un'attività che si può apprendere sin da piccoli. Perché? Perché il gesto tecnico, anche se complesso, non è basato sulla forza ma piuttosto sulla stabilità. E i bambini sono avvantaggiati dal fatto di avere un baricentro molto basso, che consente loro più stabilità. Quali sono i benefici dello sci? Dal punto di vista fisico sviluppa l'agilità e la coordinazione neuro-motoria e l'equilibrio. Dal punto di vista caratteriale insegna ad avere fiducia nelle proprie capacità, quindi è un sport particolarmente indicato per i bambini timidi e insicuri. E poi lo sci si pratica in montagna, dove si respira aria pulita e si è a stretto contatto con la natura. Quando è consigliabile cominciare l'attività agonistica? A 11 anni, come la maggior parte degli sport. Si può cominciare con i genitori? Se papà o mamma sono davvero bravi sciatori, si. Altrimenti è sempre meglio un bravo maestro di sci, comunque consigliabile. I bambini più piccoli, solitamente, preferiscono la figura femminile, quindi una maestra. In questo modo si evita di trasmettere ansie e insegnamenti sbagliati. Meglio i corsi collettivi o individuali? Un maestro privato ha più tempo e più attenzione da dedicare. Ma per i bambini lo sci è e deve essere soprattutto un gioco. In questo senso i corsi collettivi, oltre a costare meno, risultano più divertenti, poiché i bambini stanno fra di loro. Ma la lezione dura una o due ore: e poi? I bambini non devono sfruttare al massimo la giornata sugli sci, come gli adulti. Soffrono il freddo di più e si annoiano prima. Per questo è meglio scegliere giornate soleggiate e assecondare i loro desideri. Se si stancano, meglio toglierli gli sci e fargli costruire un pupazzo di neve. O magari portarli al bar davanti a una cioccolata calda fumante. Così imparano ad apprezzare anche tutto il contorno di una giornata sulla neve. Quando i papà e le mamme possono sciare con i loro figli? Quando i piccoli incominciano a scendere dalle prime piste, e a usare senza troppa difficoltà la seggiovia o lo skilift, è il momento ideale. Ma attenzione alla scelta della pista: quella che a noi sembra pianeggiante e facile, potrebbe non esserlo per loro. È fondamentale che non si spaventino. Se non si è molto bravi, meglio non avere la pretesa di insegnare niente di tecnico, limitarsi a dare sicurezza accompagnandoli. E gli sciatori più grandicelli, tra gli otto e i dieci anni? Il maestro è sempre consigliabile, anche perché è l'età in cui possono incominciare a capire le prime nozioni tecniche e perfezionare la sciata. Finita la lezione si può gradualmente concedere loro un po' di libertà: non è necessario stare sempre con loro, magari li si può seguire da lontano. In fondo il bello dello sci è proprio la sensazione di libertà che sa regalare. Ai nostri figli vanno impartite le regole essenziali: essere prudenti sulle piste, non andare troppo veloci o avventurarsi fuoripista, fare molta attenzione agli altri sciatori e non fermarsi mai in mezzo alla pista. Poi li si può lasciare liberi, in compagnia dei fratelli o di altri amichetti, magari con un appuntamento ogni tanto in un punto convenuto. Per loro sarà una vera gioia. Attrezzatura: meglio acquistare o noleggiare? Sci e scarponi sono un acquisto economicamente importante. E con la rapida crescita dei bambini, si rischia di non sfruttarlo appieno. L'acquisto conviene a chi: è sicuro che lo sci piaccia ai propri figli; sa di passare molte giornate a stagione sulla neve (più di dieci/quindici); ha un fratello/sorella più piccoli a cui passare l'attrezzatura; frequenta stazioni sciistiche minori dove è difficile trovare materiali moderni o della misura giusta; sa di poter rivendere (attravero alcuni negozi che offrono il servizio, oppure con mercatini dell'usato, annunci eccetera) attrezzi che dopo una o due stagioni saranno quasi come nuovi. Quelli che sono a favore del noleggio dicono: sci e scarponi sempre della misura corretta (non occorre prendere una misura in più sperando che durino più tempo); nessun investimento iniziale. Quelli che sono contrari al noleggio dicono: Perdita di tempo ogni volta per noleggiare; scarponi e sci sempre diversi (per un principiante non è un grosso problema, per i bambini più grandi e magari già bravi può esserlo). Come scegliere l'attrezzatura? Gli sci devono essere adatti al livello tecnico. Non prendere sci "da gara" per un bambino di 8-10 ani se non sa sciare già piuttosto bene, magari perché li possiede qualche suo amico. Gli renderebbero la vita difficile. Esiste un'ampia scelta di sci junior o baby, pensati per varie capacità dello sciatore. Farsi consigliare da personale preparato. Per la lunghezza, uno sci corto facilita l'apprendimento, quindi evitare di esagerare in lunghezza per fare magari una stagione in più, complicando però la vita al bambino nel primo anno di utilizzo. Stesso discorso per lo scarpone. Deve essere giusto, non fare male, ma bloccare bene il piede, con tre/quattro ganci. Prendere un numero troppo grande, con l'idea di mettere magari le calze doppie il primo anno, è un concetto che non si addice allo sci. Si usa una calza sola, meglio se specifica da sci e il numero deve essere al massimo di mezza misura più grande. Per i principianti, meglio scarponi più morbidi. I bastoncini, che devono anch'essi essere della misura corretta. Costano relativamente poco, ed esistono anche (più costosi), regolabili in altezza. Il casco è obbligatorio? Sì, fino ai 14 anni e deve essere omologato per lo sci/snowboard. Nella scelta badare che si adatti bene, non sia troppo grande (ballerebbe sulla testa con rischio di essere scalzato in caso di caduta) o troppo stretto (fa male dopo un po' che lo si indossa). Deve diventare un'abitudine indossarlo e se i genitori sciano, sarebbe meglio lo avessero anche loro per dare il buon esempio. Oltretutto tiene le orecchie e la testa al caldo. Esistono anche caschi regolabili nella taglia. Normalmente quando si noleggiano gli sci ai bambini viene consegnato gratuitamente anche il casco. Molto utile per i bambini più grandicelli, specie se vanno in piste non baby, in cui il rischio di "incidenti" è più elevato per la maggiore velocità degli sciatori, è il paraschiena in plastica. Mutuato dalla motocicletta, esiste sia indossabile come una canottiera, che con un paio di bretelle e una fascia di velcro in vita. Da non dimenticare la maschera da sci (per le brutte giornate) e/o occhiali da sole, con protezione totale dai raggi UV, per proteggere gli occhi dal forte riverbero della neve. Come è meglio vestirli? L'ideale è la vestizione a strati. Il primo strato, a contatto della pelle, è meglio non sia in cotone, perché trattiene l'umidità del sudore. Esistono i cosiddetti capi tecnici (venduti nei negozi sportivi, anche specifici per lo sci), che asciugano alla svelta e mantengono il calore, altrimenti anche la lana (meglio se merinos) va bene. Sopra alla maglia intima indossare una maglia leggera, meglio se a collo alto, in micropile o lana. Al di sopra di questa è perfetto un pile. Per le gambe basta una calzamaglia, con o senza piedi, in tessuto tecnico o lana. Per i piedi, un solo paio di calze in lana, meglio se apposite per lo sci (hanno leggere imbottiture che proteggono dai punti di abrasione e pressione con lo scarpone). I guanti devono assolutamente essere di qualità, impermeabili e caldi. Mai sciare senza, nemmeno nelle belle giornate primaverili: cadere sulla neve a mani nude può fare molto male. Le moffole sono più calde e adatte specialmente ai più piccoli. Infine lo strato esterno: ottime le tute intere per i cuccioli, adatte anche per rotolarsi sulla neve prima e dopo lo sci. Per i più grandicelli, giacca e pantaloni impermeabili e traspiranti, imbottiti, sono più pratici. Grazie a http://www.nostrofiglio.it/
Da gennaio 2005 è in vigore la legge che obbliga i minori degli anni 14 ad indossare il casco (omologato naturalmente) sulle piste da sci, a prescindere dallo sport di scivolamento che praticano. Quando noleggerete il materiale per i vostri bambini, vi verrà automaticamente consegnato il casco che andrà indossato ricordando di allacciarlo bene. Se durante una rovinosa caduta il casco non fosse allacciato correttamente si sfilerebbe e non garantirebbe la protezione necessaria. Inoltre il casco, staccandosi, scivolerebbe sulla neve e diventerebbe difficile recuperarlo. Alcuni noleggi (vedi Sport Rent Service Vipiteno) mettono a disposizione gratuitamente i caschi a quei minori degli anni 14 che noleggiano gli sci o lo snowboard.
Chi è il Maestro di Sci? Il Maestro di Sci, rispettivamente nelle discipline alpine, nello snowboard e nelle discipline nordiche, è una Figura Professionale riconosciuta ufficialmente dallo Stato dal 1991 ed è in possesso del certificato di idoneità all'insegnamento rilasciato dalle Regioni o dalle Province Autonome di Bolzano e Trento nell'ambito delle proprie competenze in materia di formazione professionale. Il Maestro di Sci insegna, anche in modo non esclusivo e non continuativo, a persone singole o a gruppi di persone le tecniche sciistiche in tutte le loro specializzazioni, esercitate con qualsiasi tipo di attrezzo sulle piste da sci, itinerari sciistici, percorsi fuori pista ed escursioni con gli sci che non comportino difficoltà richiedenti l'uso di tecniche e materiali alpinistici, quali corda, piccozza e ramponi. Il Maestro di Sci (alpino e nordico) o di snowboard è pertanto in grado di insegnare le diverse tecniche di scivolamento sulla neve, facendo uso di attrezzature specifiche per vincere e governare l’attrezzo sulla neve durante la discesa, facendo divertire nella massima condizione di sicurezza. L’allievo, dal più piccolo al più grande, può dunque in compagnia del Maestro di Sci, godere in serenità della bellezza della montagna invernale o diventare un campione, insomma il Maestro è la persona che può aiutare a raggiungere tutti gli obiettivi. Non solo, ha poi una competenza specifica per insegnare ai bambini, così come alle persone adulte, e anche i meno fortunati possono trovare maestri specializzati nell'insegnamento ai disabili. Infine, nel “Professionista Azzurro” si trova l'amico che fa scoprire le montagne italiane, la natura, le tradizioni di un mondo lontano dal caos della città. La Scuola Sci, la casa del Maestro La Scuola Italiana Sci dev’essere considerata come il centro delle attività sportive della neve di ogni stazione invernale. La stessa organizza il lavoro dei maestri in modo da permettere di realizzare un più efficace e completo servizio nei confronti del cliente. Entrando in una Scuola Sci, la segreteria illustra le diverse tipologie di prodotti: corsi collettivi e/o individuali, escursioni guidate, corsi a indirizzo specialistico per chi vuole imparare le tecniche della New School, del Freeride o le più tradizionali del Telemark. Alcune scuole sono poi attrezzate per l'insegnamento a diverse tipologie di disabilità. Scivolare sulla neve è un'attività che già da piccoli è estremamente divertente. È importante però farla nella migliore sicurezza, sia per sé sia per gli altri.
La Scuola Italiana Sci permette di imparare sin dai primi “passi” la migliore gestione degli attrezzi attraverso l’incremento delle capacità tecniche, in modo da garantire un grande divertimento in completa sicurezza. Attraverso i campi scuola e le aree riservate alle attività agonistiche, i principianti possono esercitarsi lontano da situazioni di potenziale pericolo poiché (ancora) non sanno gestire in modo ottimale lo sci o lo snowboard, mentre gli appassionati della velocità possono allenarsi senza costituire un pericolo sulle piste. Maestri qualificati e altamente specializzati possono, inoltre, introdurre alle strutture degli snowpark: jumps, seguendo percorsi didattici che pongono sempre in primo piano la sicurezza. Per gli appassionati del fuoripista invece nei momenti favorevoli le scuole organizzano corsi sia per lo sci alpino sia per il telemark e lo snowboard. La lezione collettiva Sciare in compagnia è senz'altro più divertente che farlo da soli. Anche una lezione di sci di gruppo è un momento importante della vacanza in montagna, sia per la socializzazione sia per il contenuto didattico relativo al confronto con gli altri. A volte sottovalutata, la lezione collettiva è invece molto utile per comprendere meglio i principi dello sci attraverso un lavoro di apprendimento collettivo. È senz'altro consigliata per i più giovani, ma può essere provata a qualsiasi età e può rappresentare il momento più divertente della vacanza. La lezione individuale Avere un Maestro tutto per sé è certamente importante in determinati momenti durante il percorso di apprendimento. Non bisogna però credere che i miglioramenti procedano proporzionalmente al tempo trascorso assieme al Maestro. Infatti, l'apprendimento non ha uno sviluppo lineare: ci sono periodi di crescita alternati a momenti in cui sembra di non riuscire a far alcun passo in avanti. La Scuola Italiana Sci consiglia di diversificare l'intervento didattico alternando lezioni individuali a lezioni collettive. Esiste, poi, la possibilità di organizzare lezioni per piccoli gruppi di persone, dove in compagnia magari di amici si può creare un gruppo ad hoc per capacità tecniche o affinità “goliardiche”. Infine, un altro consiglio è quello di prendere lezioni in discipline diverse, ad esempio fondo e telemark possono essere degli ottimi 'integratori' allo sci alpino e allo snowboard.
Bambini e sci In una società in cui è sempre meno diffusa l'attività sportiva giovanile praticata a livello istituzionale (scuole dell’obbligo), una disciplina che impegna i bambini a gestire il proprio corpo all'aria aperta, divertendosi, assume una valenza che va ben oltre l'aspetto puramente commerciale nel quale troppo spesso è ridotto il mondo degli sport della neve. Il bambino può iniziare a giocare sulla neve utilizzando attrezzi per scivolare già verso i tre/quattro anni. A questa età non è possibile pensare di applicare un'azione didattica specifica, ma il compito del Maestro di Sci è quello (solamente) di operare come “guida” verso la sperimentazione di un mondo nuovo. I campi scuola rappresentano una componente importantissima in questa fase, organizzati per sviluppare capacità diverse e strutturati in modo da garantire la massima sicurezza. Nel merito, verso i tre/ quattro anni i bambini sono ancora troppo piccoli per “essere inquadrati” nei tempi canonici della lezione, mentre rispondono meglio a un intervento di tipo individuale. A questa età è conveniente, in principio, pensare a lezioni di durata ridotta condividendole tra fratelli o amici, alternandoli tra di loro. Se la risposta sarà poi positiva si potrà passare alla lezione individuale di durata completa. Dopo i cinque/sei anni, quando il bambino ha già imparato a socializzare nell'ambiente scolastico, la lezione collettiva, assieme alla lezione per piccoli gruppi (fino a 5 persone), è senz'altro la più indicata.
Questo è un argomento molto importante, di cui ultimamente si discute molto. Prima di qualsiasi contenuto dell’apposita Legge (n. 363), gli elementi principali della sicurezza sugli sci sostenuti e divulgati dalla Scuola Italiana Sci sono: rispetto degli altri e coscienza delle proprie capacità. Infatti, quando si scende in pista bisogna necessariamente pensare che si sta condividendo uno spazio con altre persone. Se si è sciatori esperti, si ha l'obbligo morale di stare attenti a non provocare con il proprio comportamento pericolo agli altri, e il Maestro di Sci insegna anche questo. E, nel caso non si prenda parte a una lezione, è comunque opportuno chiedere consiglio a un Maestro di Sci sul grado di difficoltà delle piste e sulle diverse condizioni della neve, che durante il giorno possono modificarsi molto. Un altro elemento importante cui il Maestro può far riferimento è la conoscenza delle norme di comportamento sulle piste da sci e negli snowpark
Questo tesserino rappresenta il documento che attesta il grado di preparazione ottenuto frequentando la Scuola Italiana Sci. Il percorso didattico che la Scuola Italiana Sci propone è costituito da tre livelli principali, ognuno dei quali è associato a un obiettivo primario: Livello Bronzo (Controllo), Livello Argento (Controllo) e Livello Oro (Eccellenza); ogni livello è ulteriormente suddiviso in classi per poter permettere un’azione didattica graduale e personalizzata. Per la Scuola Sci la classe è superata, dando diritto alle corrispondenti “stellette”, solamente quando tutti gli esercizi relativi sono eseguiti con sufficiente padronanza e abilità tecnica. Al culmine dei tre livelli citati vi è il Livello Diamante. Buona neve a tutti!
Cosa centra la MTB con lo snowboard? Niente, direte voi ! L' esperienza maturata in molti anni di insegnamento mi ha dato la possibilità di scoprire una particolarita che accomuna mtb e snowboard. Mi spiego meglio: Sappiamo tutti che la posizione del rider sulla tavola è trasversale rispetto all' attrezzo stesso e quindi anche rispetto alla direzione del moto. La conseguenza logica di tutto questo è che per effetto della "lateralità" siamo costretti ad individuare prima possibile quale piede debba collocarsi anteriormente durante la discesa, al fine di gestire al meglio lo snowboard. La terminologia tecnica ci insegna che colui che surfa con il piede sinistro avanti è definito "REGULAR" (sono la maggioranza) mentre colui che usa il destro è definito "GOOFY". Ma il principiante, che molto spesso vede uno snowboard per la prima volta, come fa a sapere se è un regular o un goofy? Esistono dei metodi che possono aiutarci (come la spinta da dietro/i campi visivi ecc.) anche se, personalmente, sono molto scettico sulla loro utilità. Se l' interessato ha già praticato degli sport's trasversali come il windsurf o lo skateboard, il problema non sussiste, assumerà sullo snowboard la stessa posizione. E gli altri ? Io ho un mio metodo personale che ho scoperto casualmente qualche anno fa e che risulta affidabile al 99 %. Bisogna però possedere la passione per la mountain bike. Cosa centra ? Direte voi: centra, centra. Chi, come me ha anche questa passione, pedala pedala… e sale in quota per poi ridiscendere per strade e sentieri a volte impervi, con fondo sconnesso o sdrucciolevole ecc. ecc. In queste situazioni difficili, manterremo naturalmente i pedali della mtb in posizione orizzontale e, senza rendercene conto, collocheremo anteriormente sempre lo stesso piede. Ebbene, quel piede è lo stesso che, secondo le mie ricerche statistiche, portiamo anteriormente anche sullo snowboard. Quindi amici della mtb, se non sapete surfare e volete provarci, alla prossima uscita in bici fate attenzione a questo particolare così se deciderete di imparare lo snowboard, saprete con certezza se siete dei regular o goofy. Quei ragazzini (e sono tanti) che invece si divertono con il monopattino ...attenzione anche voi perché il piede che usate per spingervi, sullo snowboard va sistemato dietro.
La settimana bianca è finita, si ritorna a casa e molto spesso non si sa dove e come sistemare gli sci o lo snowboard. Devo premettere che mi capita spesso di incontrare sulle piste delle persone che pur avendo ai piedi degli sci o snowboard non riescono a scivolare, anzi, sono praticamente inchiodati alla neve. Cosa sarà mai successo ? (si chiedono e mi chiedono). Guardando gli attrezzi ci si rende subito conto del problema: lamine arrugginite, soletta graffiata o peggio, somigliante ad una grattugia. E' opportuno quindi, che al termine della vacanza e prima di tornare a casa, si portino gli attrezzi presso uno dei tanti negozi che provvedono alla loro manutenzione. Dovrà essere richiesta l' affilatura delle lamine, la sistemazione della soletta, la sua sciolinatura a caldo nonché il controllo e l' ingrassaggio degli attacchi. Tornati a casa potrete sistemare gli attrezzi dove e come volete (verticali/orizzontali) ma in un luogo asciutto onde evitare il riformarsi della ruggine sulle lamine. In questo modo l' inverno successivo non avrete problemi di sorta ma solo divertimento. P.S. Mi raccomando di non applicare del grasso sulle lamine (come qualcuno ha fatto) per evitare il riformarsi della ruggine.
Quando taluno decide di avventurarsi nel divertente mondo dello snowboard, la prima domanda che mi pone è la seguente: Quanto tempo mi ci vuole per scendere da solo? E' difficile ? Raramente mi viene chiesto quale sia il grado di pericolosità di questo sport, sia per se stessi che per gli altri. Le risposte stanno comunque nei consigli che sono abituato a dare ad ogni mio allievo ancor prima di calzare la tavola, al fine di tutelarlo e, possibilmente, garantire l' incolumità delle altre persone che circolano nei paraggi. Non è assolutamente uno sport pericoloso ma c'è un aspetto che non andrebbe mai sottovalutato ed al quale pochissimi prestano la dovuta attenzione: lo snowboard, inteso come attrezzo, può diventare un 'arma pericolosa laddove non si pone la giusta attenzione. La tavola non dispone come gli sci di un meccanismo di bloccaggio autonomo che gli impedisca di scivolare via da sola e quindi, quando viene gettata sulla neve, oppure quando viene lasciata incustodita e qualcuno la urta, o ancora quando si scivola accidentalmente mentre la si calza senza prima aver allacciato il cinturino di sicurezza (e in molte altre situazioni) questa inizia a scivolare sulla pista ed acquisisce una velocità progressiva proporzionale all' inclinazione del pendio fino a quando non urta qualche ostacolo che vi posso garantire, è meglio augurarsi non si tratti di una persona poiché, i danni che gli può causare, a volte, possono essere gravissimi. Quindi amici che vi avventurate in questo bellissimo sport, prestate sempre molta attenzione poiché in caso di incidente, la responsabilità penale e civile, è tutta vostra.
Per quanto riguarda la mia zona, competente ad emettere norme in materia è la Provincia Autonoma di Bolzano che con L.P.26/2/1981 n.6, ha stabilito all'art.2 del regolamento di esecuzione alla legge stessa la suddivisione dei gradi di difficoltà. Infatti, il 2° comma dell 'articolo menzionato recita testualmente: Le piste vengono segnate e suddivise secondo il loro grado di difficoltà come segue: 1) piste facili (segnate in blu): la loro pendenza longitudinale e trasversale non può superare il 25%, ad eccezione di brevi tratti in zone non delimitate. 2) piste di media difficoltà (segnate in rosso): la loro pendenza longitudinale e trasversale non può superare il 40%, ad eccezione di brevi tratti in zone non delimitate. 3) piste difficili (segnate in nero): la loro pendenza supera i valori massimi delle "piste rosse". Gli itinerari sciistici vengono segnati in arancione e non vengono suddivisi secondo gradi di difficoltà. Le piste di trasferimento non devono superare di norma una pendenza del 10%, ad eccezione di brevi tratti. .
Sono delle norme di comportamento approntate dalla Federazione Internazionale Sci e destinate a tutti coloro che con sci, snowboard o attrezzi similari, percorrono le piste a tale scopo predisposte. Non hanno valenza penale, tuttavia ci sono state delle sentenze in procedimenti civili che ne hanno tenuto conto ai fini dell' attribuzione della responsabilità per il risarcimento del danno. Vi consiglio di leggerle con attenzione: 1 RISPETTO PER GLI ALTRI Ogni sciatore deve comportarsi in modo da non mettere in pericolo la persona altrui o provocare danno. 2 PADRONANZA DELLA VELOCITA' E DEL COMPORTAMENTO Ogni sciatore deve tenere una velocità e un comportamento adeguati alla propria capacità nonché alle condizioni generali e del tempo. 3 SCELTA DELLA DIREZIONE Lo sciatore a monte il quale, per la posizione dominante, ha la possibilità di scelta del percorso, deve tenere una direzione che eviti il pericolo di collisione con lo sciatore a valle. 4 SORPASSO Il sorpasso può essere effettuato tanto a monte quanto a valle, sulla destra o sulla sinistra, ma sempre a una distanza tale da consentire le evoluzioni dello sciatore sorpassato. 5 ATTRAVERSAMENTO E INCROCI Lo sciatore, che si immette su una pista o attraversa un terreno di esercitazione, deve assicurarsi, mediante controllo visivo a monte e a valle, di poterlo fare senza pericolo per sé e per gli altri. Lo stesso comportamento deve essere tenuto dopo ogni sosta. 6 SOSTA Lo sciatore deve evitare di fermarsi, se non in caso di assoluta necessità sulle piste ed in specie nei passaggi obbligati o senza visibilità. In caso di caduta lo sciatore deve sgomberare la pista al più presto possibile. 7 SALITA Lo sciatore che risale la pista deve procedere soltanto ai bordi di essa ed è tenuto a discostarsene in caso di cattiva visibilità. Lo stesso comportamento deve tenere lo sciatore che discende a piedi la pista. 8 RISPETTO DELLA SEGNALETICA Tutti gli sciatori debbono rispettare la segnaletica delle piste. 9 IN CASO DI INCIDENTE Chiunque deve prestarsi per il soccorso in caso d' incidente. 10 IDENTIFICAZIONE Chiunque sia coinvolto in un incidente o ne sia testimone è tenuto a dare le proprie generalità. 11 SPAZIO MINIMO PER IL SORPASSO DAL BORDO DELLA PISTA E' buona norma che lo sciatore non curvi sul bordo della pista, ma lasci sempre uno spazio sufficiente per agevolare il suo sorpasso. 12 TRAIETTORIE Bisogna prestare attenzione alle traiettorie degli sciatori in considerazione del tipo di sci utilizzato, snowboard, telemark, carving fun.
1 - Rispettare gli altri Ogni fondista si deve comportare in modo tale da non mettere in pericolo altri sciatori e specialmente i meno preparati. 2 - Rispetto della segnaletica Il fondista deve rispettare la delimitazione della pista e la segnaletica. Sui binari deve seguire il senso di marcia e la direzione indicata. 3 - La traccia da seguire Se la pista è battuta a più binari, lo sciatore deve utilizzare la pista di destra. Nel caso di gruppi, procedere sempre in fila sulla pista di destra. 4 - Sorpasso Lo sciatore che precede non è tenuto a dare pista, tuttavia deve lasciare il passo al fondista più veloce ogni qualvolta ritenga di porterlo fare senza pericolo. Il sorpasso può essere effettuato sia a destra che a sinistra su una traccia libera, o fuori pista, avvertendo a voce lo sciatore che precede ma sempre senza creare pericolo per gli altri. 5 - Incrocio In caso di percorso a traccia semplice e doppio senso di marcia, per evitare l'incrocio, entrambi gli sciatori debbono liberare la pista portandosi alla propria destra. Sui pendii dare la precedenza allo sciatore che scende. Tenere sempre i bastoncini accostati al corpo per evitare difficoltà nelle manovre. 6 - Padronanza della velocità e del comportamento Ogni fondista, specie nella discesa, deve adattare la sua velocità e il suo comportamento alle proprie capacità tecniche, nonchè alle condizioni della neve, del tempo, della visibilità, dell'affollamento sulla pista. Tenere sempre una distanza di sicurezza con lo sciatore che precede. 7 - Sosta e caduta La sosta deve essere effettuata fuori dei binari e della pista. Lo sciatore, in caso di caduta, deve lasciare libera la pista il più presto possibile spostandosi dalla traccia. 8 - Soccorso in caso di infortunio In caso di incidente portare sempre soccorso. 9 - Identificazione Chiunque sia coinvolto in un incidente o ne sia testimone è tenuto a dare le proprie generalità. 10 - Rispetto dell'ambiente e delle piste Il fondista educato non abbandona mai i rifiuti sulla pista e non danneggia l'ambiente. La traccia non deve essere rovinata, camminando senza sci, con sci da discesa, con slitte o altri mezzi. 11 - Gara in corso Se sul percorso è in svolgimento una competizione organizzata, lasciare libera la pista fino al termine della gara.
Dolomieu,è il grande scienziato ma sopra tutto viaggiatore ed avventuriero, considerato il padre delle Dolomiti, intese come luogo fisico ma anche geologico e turistico, infine. Su di lui è uscita di recente una documentata ricerca. L' ha scritta Luigi Zanzi e si intitola Dolomieu, un avventuriero nella storia della natura. "In più di cento viaggi in tutti i continenti ho conosciuto le montagne più famose, nessun gruppo però si può misurare con le Dolomiti". Parola di Reinhold Messner, che dei "monti pallidi" è stato e continua ad essere, una delle bandiere in tutto il mondo. Le Dolomiti sono dunque montagne uniche che devono il loro nome, che sicuramente ha contribuito alla loro notorietà, ad un uomo vissuto nel XVIII secolo, quel Deodat De Dolomieu che tutti coloro che hanno camminato o sciato per le Dolomiti non in modo frettoloso, hanno imparato a conoscere. Ma di conoscenza superficiale sicuramente si tratta, in quanto l' uomoè un "personaggio ancora oggi da scoprire": non uno scienziato da laboratorio, neanche un semplice esploratore di terre sconosciute, ma un "avventuriero", colto ed elegante, figlio raffinato del suo tempo che alla passione per le scienze univa quella per i salotti parigini e romani. Una storia che L.Zanzi, docente di metodologia delle scienze storiche a Pavia e autore di scritti di scienza e montagna, ha raccontato in un corposo testo, con un evidente e documentatissimo rigore scientifico. Con abbondanza di dati e cifre, Zanzi ha evidenziato come Deodat Gratet de Dolomieu, con H.B. de Saussure uno dei più grandi scienziati del Settecento, oltre che scopritore della "Dolomite" (così denominata in suo onore:da qui viene il nome Dolomiti), fu anche uno scienziato di grande rilievo nella scienza e nella conoscenza dei suo tempo. Fu attivo, e in alcuni casi con un ruolo di primo piano,in numerose discipline che stavano nascendo, o sviluppando, proprio in quegli anni: chimica, mineralogia, vulcanologia, sismologia, geologia. De Dolomieu fu anche un "filosofo attento alla trattazione approfondita delle molteplici questioni di teoria della conoscenza che tali nuovi orizzonti scientifici comportavano, principalmente quelle relative allo studio storico della natura, in riforma del paradigma "newtoniano". Ma al di là degli importati aspetti storico-scientifici descritti da Zanzi, è sempre Messner, in uno scritto di commento pubblicato nel libro, a fare il ritratto del padre delle Dolomiti: "Tra gli echi che risuonano nelle Dolomiti, c'è anche quello del nome di Dolomieu l' avventuriero che intendendo recare loro visita, le ha scoperte. Un nome, scrive Messner, che suscita il vento sottile della storia. Una storia che si legge tra le rocce slanciate e silenti di quelle che Le Corbusier ha definito "le architetture naturali più belle del mondo". (tratto da un articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige)
Il richiamo della montagna è sempre forte. Gli sciatori e gli escursionisti ne sono giustamente attratti anche perchè è sempre maggiore il numero di coloro che vogliono raggiungere le quote più alte, dove l' ariaè frizzante e pura e dove si gode un magnifico panorama. Una volta le cose erano diverse. Tutti salivano a piedi e la discesa sugli sci era solo la fugace ricompensa per la dura fatica, per le lunghe ore di cammino. Oggi invece è tutt' altra cosa. Ci sono moderni e confortevoli impianti di risalita e spesso gli sportivi si mettono gli sci già a fondovalle pregustando la discesa, il divertimento sui pendii innevati. In pochi minuti si è in quota, lontani dalle preoccupazioni, dall' inquinamento e dai problemi di tutti i giorni. In quest' ottica nuova è da considerare positivamente anche l' impianto di risalita: un mezzo per liberarci dallo stress quotidiano. E' vero anche che ogni impianto di risalita può essere considerato come una intromissione nella natura. Nessuno si sente infatti di poter sostenere che una funivia, una seggiovia, sia qualcosa di "naturale" . E questo ovviamente non lo sostengo di certo io. In passato, effettivamente c'è stato poco rispetto verso l' ambiente. Piccoli impianti di risalita vennero realizzati un pò dovunque su pendii, attraverso prati e boschi; piloni e tracciati stonavano, sopra tutto d' estate, come autentici corpi estranei. Dagli errori del passato gli esercenti degli impianti a fune hanno tratto una lezione importante. Oggi un solo impianto di risalita confortevole e moderno sostituisce spesso più impianti, ormai obsoleti e non più in grado di far fronte alle necessità attuali. Nella realizzazione degli impianti della nuova generazione si tiene conto anche delle esigenze ambientali. Ciò avviene, ad esempio, sia riguardo al design che ai colori dell 'impianto. Va inoltre ricordato che i tecnici incaricati della progettazione valutano i tracciati tenendo conto dell' impatto ambientale, della conformazione e morfologia del paesaggio e che tagli di boschi, non strettamente necessari, vengono evitati.
Quali conseguenze comporta la pratica dello sci o snowboard sul terreno interessato dalle piste? Quali conseguenze si hanno sulla crescita delle superfici prative? E' vero che lungo i tracciati delle piste l' erba non cresce più? La risposta può sembrare incredibile ma è vera: di regola le piste ad innevamento programmato forniscono più fieno di quelle non ricoperte da neve programmata. Questa affermazione è seria e confortata scientificamente da uno studio della facoltà di Agraria dell 'Università di Vienna. Eccovi alcuni dettagli che possono aiutare a chiarire una questione così dibattuta e carica di fattori emotivi. Le piste ad innevamento programmato e quelle non ricoperte da questo tipo di manto nevoso, hanno un aspetto decisamente diverso nel periodo del disgelo e dell 'inizio della primavera. I terreni interessati dalle piste ad innevamento programmato si riscaldano più lentamente rispetto agli altri in quanto, come dicono gli studiosi, sono saturi d' acqua e l' effetto dei raggi del sole è più graduale, meno violento.In pratica con le piante accade lo stesso che con l' uomo: se la pelle è ben idratata si evitano le scottature. Malgrado un ritardo di partenza, sui terreni ad innevamento programmato la vegetazione cresce in maniera più rapida e lussureggiante rispetto ad altri terreni interessati dalle piste. In estate risulta poi evidente che il raccolto di fieno sui terreni ad innevamento programmato è maggiore ed anche sotto il profilo qualitativo vi sono sensibili differenze riguardanti, ad esempio, la crescita del quadrifoglio e di erbe officinali. La raccolta del fieno - su pendii ben curati - può essere superiore di un terzo rispetto a quella dei terreni non soggetti ad innevamento programmato.
Per favore non dite: "Cannoni spara neve, che orrore!" Vorrei solo far presente che parlare di "cannoni spara neve" non ha molto senso, in quanto è più opportuno parlare di impianti per la produzione di neve programmata. Il turismo d' inverno è direttamente legato al fenomeno neve e conseguentemente agli impianti di risalita, alle piste e, ovviamente, agli sciatori. Ma con le nevicate non si può assolutamente fare i conti. A volte va tutto bene e i cicli naturali vengono rispettati, in altri casi, in altre annate, meno. La situazione in questi casi si fa veramente problematica per tutti coloro che, proprio nei periodi di scarso innevamento, vorrebbero trascorrere le loro vacanze invernali, forse le settimane più belle dell' anno, godendosi la natura e l' aria buona della montagna invece dello smog delle città. La scarsità di neve può avere per conseguenza la chiusura degli impianti di risalita, da cui derivano difficoltà nel settore turistico e crisi nell' occupazione, con tutti i problemi che ne conseguono. La scarsità di neve comporta inoltre danni alla delicata superficie erbosa. Le taglienti lamine d' acciaio degli sci e degli snowboard raschiano infatti la preziosa superficie prativa non protetta e provocano di conseguenza grossi problemi ambientali. Oggi questo non accade quasi più, grazie proprio agli impianti di innevamento programmato. E' vero che si tratta di neve prodotta meccanicamente, ma non è assolutamente vero che sia "artificiale", ovvero realizzata con additivi o altri prodotti chimici.
Gli impianti di innevamento programmato producono neve con acqua e aria. Il processo fisico per la realizzazione della neve programmata è quindi assolutamente identico a quello della neve naturale. La neve programmata è pura allo stesso modo dell 'acqua e dell' aria che vengono impiegate. Per la produzione di neve non è assolutamente necessario il ricorso a prodotti chimici. La "ricetta" per l' ottenimento della neve programmata pare essere un attimo troppo semplice ed essenziale. Tuttavia è reale: niente chimica quindi, ma solo aria e acqua che devono necessariamente essere pulite, non inquinate. Nessun problema, da noi esistono fortunatamente abbondanti risorse idriche. Ed è acqua cristallina che sgorga dalle rocce! E per quanto riguarda l' aria, beh, si tratta di una delle più salubri in assoluto. Noi maestri di sci (come tutti voi) non vogliamo aver nulla a che fare con la chimica là dove si scia. Non la vogliamo e non ne abbiamo bisogno. E' chiaro che gli impianti di neve programmata non si possono realizzare ovunque e tantomeno non possono funzionare sempre. Ma il poter disporre di neve programmata è importante sopra tutto, quando le condizioni atmosferiche fanno le bizze e mancano le precipitazioni naturali, sulle piste molto frequentate, dando così la possibilità di proteggere adeguatamente il terreno sottostante.
Da alcune parti si sono elevate energiche proteste contro gli impianti di innevamento programmato. E ancor oggi si continuano a contestare questi impianti benchè i gestori abbiano sempre condotto la discussione in termini corretti, oggettivi e per nulla polemici. Ad esempio la neve programmata viene condannata con motivazioni di principio dall 'organizzazione ambientalista Cipra: "Cannoni della neve sono un 'esempio di come si cerca di sottomettere l' ambiente all' uomo anzichè adattare le esigenze umane alla natura. Un numero sempre più alto di sciatori determina un sempre maggior traffico, una maggiore portata degli impianti di risalita e di conseguenza piste più ampie e più livellate" si legge in una presa di posizione della Cipra. Il fatto è che gli impianti di innevamento programmato assicurano in primo luogo l' esistenza di tutti coloro che riversano nel turismo invernale le loro aspettative. La neve programmata non ha nulla a che spartire con la spirale di crescita turistica, almeno nelle nostre zone. E qui zoppicano le osservazioni della Cipra. L' intento è quello di garantire la stagione turistica invernale. Assicurare o almeno sostenere il Vostro inverno, le Vostre vacanze, il Vostro divertimento sulla neve, cari amici ed ospiti. Ciò non ha nulla a che spartire con una crescita sfrenata.
Gli sciatori nella maggior parte dei casi sono persone che amano la natura. Tendenzialmente sono degli ambientalisti: desiderano un ambiente alpino intatto, la neve, il piacere che una bella discesa può dare. Lo sci e lo snowboard mobilitano milioni di persone. Parallelamente alla crescita del numero di sciatori aumenta anche il pericolo per la conservazione dell 'ambiente naturale. Un principio fondamentale recita:"In montagna siamo solamente degli ospiti". Le montagne, i boschi , i prati, gli animali, le piante, contribuiscono a determinare la bellezza e la grazia del paesaggio alpino. Tutto questo va protetto. Principalmente il bosco assume nelle nostre zone una importanza basilare per l' equilibrio ecologico: protegge da molte calamità naturali, dall 'erosione, dalle frane, dalle valanghe. Il bosco regola l' equilibrio idrogeologico, purifica l' aria, migliora il clima e - perchè non ricordarlo - gratifica la vista e scarica le tensioni! Per favore rispettate queste regole elementari e contribuirete alla difesa dell 'ambiente: 1) Rimanete sulle piste da sci e sui tracciati di fondo . Osservate i cartelli indicatori e gli avvisi di pericolo. 2) Non provocate rumori inutili. 3) Raccogliete i vostri rifiuti e riportateli a casa. 4) Non portate cani sulle piste da sci e da fondo. 5) Specialmente nei boschi non abbandonate le piste da sci o i sentieri. Evitate di sciare in neve fresca, rischiereste di spaventare gli animali e di danneggiare con le lamine degli sci o snowboard, gli alberi giovani. 6) Non andate a sciare al tramonto o di notte. 7) Evitate di danneggiare il sottobosco e i cespugli. Servono da rifugio agli animali. 8) Utilizzate gli skibus e tutti gli altri mezzi pubblici assimilati. 9) Non fumate nelle cabine degli impianti funiviari e non gettate i mozziconi. Questo invito vale anche per i fazzoletti di carta, per la plastica, per ogni tipo di imballaggio e per i contenitori vuoti. Non disperdete nell 'ambiente i supporti skipass;servitevi degli appositi contenitori presso gli impianti di risalita. Noi tutti abbiamo delle responsabilità. E questo sia nei confronti della natura, che verso le future generazioni verso le quali abbiamo molti obblighi. Deve essere un obiettivo comune di tutti noi agire nella stessa direzione: sciatori,esercenti ed addetti agli impianti a fune,maestri di sci e operatori turistici. Non dobbiamo tutelare l 'ambiente solo qui o lì, ma ovunque nel mondo. Purtroppo negli anni passati si è soltanto polemizzato, generalizzando nelle attribuzioni di responsabilità vere o presunte; questo non ha giovato ad un confronto costruttivo e si sono perdute occasioni importanti per difendere e tutelare la natura. La colpa delle catastrofi naturali, vedi ad esempio in Valtellina, è stata ingiustamente ed esclusivamente attribuita alla pratica dello sci. Ma non era vero in quanto le responsabilità - a ben guardare - andavano ricercate nelle condizioni atmosferiche o in strutture economiche e decisioni politiche carenti. Con queste poche righe non ho voluto dare alcuna risposta ai più scottanti quesiti sulla tutela dell 'ambiente ma solo un contributo concreto ad una conoscenza dei problemi.
SCI ITALIANO PROGRESSIONE TECNICA LIVELLO BRONZO: Percorso didattico livello BRONZO BASE: (campo scuola) Finalità: Acquisire la capacità di scendere un pendio in sicurezza controllando la velocità tramite una sequenza di curve a spazzaneve. Obiettivo tecnico: Sequenza di curve a spazzaneve. Esercizi: 1. Discsa a sci paralleli sulla massima pendenza; 2. Discesa a spazzaneve in attraversamento o sulla massima pendenza; 3. Discesa a spazzaneve aumentando e diminuendo l’apertura; 4. Cambio di direzione dall’attraversamento verso monte; 5. Cambio di direzione dall’attraversamento verso la massima pendenza; 6. Curva a spazzaneve dall’attraversamento. Percorso didattico livello BRONZO AVANZATO: (campo scuola e piste azzurre) Finalità: Realizzare una serie di curve riducendo progressivamente l’apertura degli sci a spazzaneve, eseguendo una parte di curva a sci paralleli. Obiettivo tecnico: Sequenza di virate. Esercizi: 1. Discesa diagonale; 2. Scivolata sterzante a monte dalla diagonale; 3. Virata dalla massima pendenza; 4. Virata dalla diagonale a valle (angolazione); 5. Collegamento di virate. SCI ALPINO PROGRESSIONE TECNICA LIVELLO ARGENTO: Percorso didattico livello ARGENTO BASE: (piste azzurre-rosse) Finalità: Saper effettuare una serie di curve completamente a sci paralleli con continuità d’azione e appoggio del bastoncino controllando la velocità. Obiettivo tecnico: Sequenza di cristiania di base. Esercizi: 1. Discesa diagonale con appoggio del bastoncino a valle; 2. Discesa sulla massima pendenza con appoggio alternato dei bastoncini; 3. Slittamento alternato alla diagonale; 4. Curva di base dalla massima pendenza; 5. Curva di base dalla diagonale a valle; 6. Cristiania di base di base dalla diagonale a valle; 7. Collegamento di cristiania di base. Percorso didattico livello ARGENTO AVANZATO: (piste rosse) Finalità: Realizzare una serie di curve ricercando una progressiva riduzione dello sbandamento tramite un’azione di guida più precisa con tempismi e ritmi diversi. Obiettivo tecnico: Sequenza di cristiania. Esercizi: 1. Spigolo attivo; 2. Cristiania dalla diagonale a valle; 3. Sequenza di cristiania ad arco medio, ampio, corto. SCI ALPINO PROGRESSIONE TECNICA LIVELLO ORO: Percorso didattico livello ORO BASE: (piste rosse-nere) Finalità: Saper eseguire una sequenza di curve condotte con archi diversi e su qualsiasi tipo di pendio. Obiettivo tecnico: Sequenza di curve condotte. Esercizi: 1. Curva condotta dalla diagonale a valle; 2. Sequenza di curve condotte ad arco breve,ampio,medio,corto. Percorso didattico livello ORO AVANZATO: (piste rosse-nere) Finalità: Saper eseguire sequenza di curve agonistiche di base con buona velocità di avanzamento, con differenti archi di curva, che potranno costituire la base per l’agonismo. Obiettivo tecnico: Sequenza di curve agonistiche di base. Esercizi: 1. Diagonali alternate ad inizi curva; 2. Curva agonistica di base dalla diagonale a valle; 3. Sequenze di curve agonistiche di base ad arco breve-ampio-medio.
SNOWBOARD ITALIANO PROGRESSIONE TECNICA ELEMENTARE: Percorso didattico 1° livello – TECNICA ELEMENTARE: (campo scuola) Finalità: Sapersi spostare intenzionalmente su terreni estremamente semplici, realizzando dei lievi cambi di direzione, ricercando l’equilibrio in situazione di presa di spigolo. Obiettivo tecnico: Collegare le curve elementari agli attraversamenti. Esercizi: 1. Preliminari; 2. Discesa sulla massima pendenza; 3. Slittamento; 4. Attraversamento; 5. Dalla massima pendenza all’attraversamento; 6. Ghirlanda; 7. Curva elementare. SNOWBOARD ITALIANO PROGRESSIONE TECNICA DI BASE: Percorso didattico 2° livello – TECNICA DI BASE: (piste azzurre-rosse) Finalità: Realizzare dei cambi di direzione ricercando inclinazione, piegamento, estensione, consentendo all’allievo di percepire le varie situazioni motorie. Obiettivo tecnico: Sequenza di curve di base (senza attraversamenti). Esercizi: 1. Propedeutici; 2. Slittamento di base; 3. Attraversamento di base; 4. Dalla massima pendenza all’attraversamento; 5. Curva di Base. SNOWBOARD ITALIANO PROGRESSIONE TECNICA SCOLASTICA: Percorso didattico 3° livello – TECNICA SCOLASTICA: (piste azzurre-rosse) Finalità: Effettuare delle curve con movimenti graduali di anticipazione ed azione sterzante gestendo intenzionalmente la presa di spigolo e ricercando una maggior precisione e controllo della velocità. Obiettivo tecnico: Concatenamento di curve scolastiche (semicondotte). Esercizi: 1. Diagonale scolastica verso monte; 2. Curva a monte dalla massima pendenza; 3. Curva scolastica; 4. Curva scolastica controllata; 5. Serpentina e scodinzolo scolastico. SNOWBOARD ITALIANO PROGRESSIONE TECNICA DI PERFEZIONAMENTO (alpino,freeriding,freestyle) Percorso didattico 4° livello – TECNICA DI PERFEZIONAMENTO: (piste-tutte e park) Finalità ed obiettivi: Questo livello si struttura secondo tre indirizzi principali: ALPINO - Eseguire delle curve in conduzione; FREERIDING - Andatura libera su qualsiasi terreno; FREESTYLE - Eseguire manovre aeree. Esercizi: ALPINO 1. Diagonale di perfezionamento; 2. Curva a monte dalla massima pendenza; 3. Curva ad uncino; 4. Scodinzolo; 5. Curve concatenate condotte; 6. Serpentina. FREERIDING 1. Salto; 2. Grabs; 3. Curve in assorbimento; 4. Curve in neve fresca; 5. Carving; 6. Gobbe. FREESTYLE 1. Propedeutici – andature forward e fakie; 2. Tail/Nose slide; 3. 180° nose/tail; 4. Stacco atterraggio; 5. Ollie/Nollie; 6. Front-Back side 180° 360°; 7. Nose press etc.
La presenza di temperature negative all'interno delle nubi determina la costruzione del cristallo di neve: esso prende origine dalla sublimazione delle goccioline di vapore acqueo attorno a minuscoli nuclei di congelamento. Ancora nell'atmosfera la temperatura ed il grado di umidità influenzano lo sviluppo del cristallo secondo direttrici diverse: verso l'alto, sui lati oppure sugli angoli, determinando la formazione di diverse tipologie di cristalli. Questi, turbinando nell'aria, possono combinarsi tra loro formando i ben visibili fiocchi di neve. Difficilmente i cristalli arrivano indenni al suolo: già durante la caduta la loro forma può essere assai modificata soprattutto per effetto del vento. La loro vita al suolo è poi soggetta ad altre trasformazioni, dette metamorfismi, determinate dalle variazioni della temperatura dell'aria che influenza il manto nevoso:temperatura dell'aria prossima agli 0 °C mantiene temperature simili anche all'interno del manto favorendo l'arrotondamento dei cristalli e l'assestamento della neve (metamorfismo distruttivo); temperatura dell'aria fortemente negativa determina la formazione di strati più freddi all'interno del manto in prossimità della superficie e strati con temperature prossime allo zero in profondità. Questa differenza di temperatura della neve, in rapporto allo spessore del manto stesso, viene definita gradiente. Quanto più esso è elevato, tanto più è favorita la costruzione di cristalli sfaccettati, o a calice, negli strati basali ed intermedi (metamorfismo costruttivo). In superficie, invece, con questa temperatura abbiamo la cristallizzazione dell'umidità dell'aria e la formazione di brina;il raggiungimento di temperature di 0° C del manto nevoso, dovuto a radiazione solare, irraggiamento geotermico, vento o altri fattori determina la fusione dei grani e dei cristalli di neve (metamorfismo da fusione). Le precipitazioni nevose si sovrappongono cronologicamente le une alle altre formando degli strati con caratteristiche fisiche e meccaniche differenti e tendono a sviluppare forze e tensioni che, sui pendii ripidi, non sempre si controbilanciano: ecco allora che i legami si indeboliscono ed è la valanga.
Da “Lo Zingarelli 2000” XII edizione 2000 Valanga: massa di neve o ghiaccio che si stacca dalla sommità di un monte e precipita a valle slittando sui pendii, accrescendosi di volume durante la caduta. Slavina: da lavina, massa di neve che scivola da un pendio montano. Da “Dizionario Garzanti della Lingua Italiana” edizione minore 1966 Valanga: massa di neve che precipita a valle ingrossandosi progressivamente e trascinando con se tutto quello che incontra. Lavina: frana di neve bagnata che scivola da un pendio montano, di solito di primavera. Da “Enciclopedia Generale De Agostini Compact 1988” Valanga: massa di neve che precipita lungo un pendio di una montagna ingrossandosi sempre più, trascinando seco altra neve e detriti e abbattendo tutto ciò che incontra. Le valanghe possono essere causate dal vento, da vibrazioni acustiche, dalla pressione dei piedi di un animale ecc. Slavina o Lavina: non citato. Sfogliando i dizionari e le enciclopedie che abbiamo in casa possiamo trovare le più svariate definizioni di valanga e slavina con descrizioni più o meno complete e ampie. Le definizioni riportate non sono esaustive ma contribuiscono a formulare una definizione finale. Nel dizionario dei più piccoli, unico tra i tanti, si ipotizza che una valanga possa essere provocata anche da una persona o da un personaggio dei fumetti … chi non ricorda le valanghe a forma di palla di neve su Topolino? Gli Uffici Valanghe Italiani dell’AINEVA hanno concordato di utilizzare un termine unico: quando si parla di una massa di neve in movimento lungo un pendio, piccola o grande che sia, si parla di valanga. ORIGINI DEI TERMINI “VALANGA” E “SLAVINA” (tratto da Colin Fraser “L’enigma delle valanghe”) Le origini dei nostri attuali termini “valanga” e “slavina” sono da ricercarsi nella lingua latina. Nei testi antichi erano chiamate “labinae” o “lavanchiae”. Lavanchiae è probabilmente di origine pre-latina, forse ligure, ed ha la stessa radice di “lave” che significa scorrere di fango o lava. Molto più tardi la confusione con il vocabolo francese “aval” (che significa “verso valle, all’ingiù”) produsse l’attuale vocabolo “avalanche”, usato in inglese e francese, da cui deriva “valanga” in italiano. Il termine si potrebbe applicare alla caduta di qualunque materiale, ma quando lo si usa senza specificazioni ci si riferisce sempre alla caduta di neve. L’altro vocabolo latino labinae deriva da “labi” che significa “slittare, scivolare giù”. In seguito la parziale intercambiabilità delle lettere b, v e u originò molti termini propri di particolari regioni alpine come lauie, lavina, lauina e infine l’attuale vocabolo tedesco lawine, introdotto nell’uso corrente da Schiller e Goethe, da cui deriva il termine italiano “slavina”.
È la domanda più frequente che viene rivolta a chi si occupa di valanghe. Ecco una prima risposta: le valanghe cadono prevalentemente durante la stagione invernale (da dicembre ad aprile) ma si possono verificare anche nelle altre stagioni alle quote più elevate laddove sono presenti ripidi pendii innevati. Oltre alla stagionalità delle valanghe può essere fatta una distinzione, seppur grossolana, fra le valanghe “immediate”, diretta conseguenza della precipitazione (la neve fresca non si ancora sui pendii o sulla vecchia neve), e quelle “ritardate” che si verificano più in là nel tempo rispetto alle prime (giorni, settimane), a seguito dei metamorfismi e delle altre trasformazioni che normalmente avvengono nel manto nevoso. In particolare il vento, la temperatura, o addirittura l’azione esterna dell’uomo, possono influire significativamente sui “due” tipi di valanghe. Ecco quindi un’altra risposta: le valanghe si verificano durante una nevicata o dopo molto tempo. La variabilità degli eventi atmosferici e la non sistematica ripetitività degli stessi rendono ancora più difficile rispondere alla domanda. Tutte le stagioni invernali, pur presentando ambienti del tutto simili (boschi e prati ricoperti di neve), in realtà sono caratterizzate da precipitazioni ed eventi climatici sempre un po’ diversi, tali da renderle difficilmente confrontabili fra loro.
Questa manifestazione, come i più grandi appuntamenti sportivi (Olimpiadi e Campionati Mondiali di Calcio) si svolge ogni quattro anni. Da sempre l'obiettivo dell’evento è quello di promuovere lo "sport bianco" attraverso lo spettacolo, ma anche ricercando una didattica il più comune possibile tra le varie delegazioni partecipanti (Demo Team), quindi migliorando e adeguando per i vari mercati l'offerta delle Scuole Sci. Tutte le compagini durante l'Interski, infatti, sono coinvolte in un'intensa settimana in cui si svolgono incontri tecnici (work shop) e discese spettacolari, dove la massima componente tecnica si esprime per mezzo di splendide coreografie. All’Interski 2007 parteciperanno 34 Nazioni: Andorra, Argentina, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Cile, Croazia, Ceckia, Danimarca, Finlandia, Francia, Inghilterra, Germania, Ungheria, Irlanda, Giappone, Korea del Sud, Liechtenstein, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Romania, Israele, Russia, Turchia e naturalmente l’Italia. Ebbene, in occasione di questa sentita manifestazione che, come detto, avviene ogni quattro anni, tutte le Scuole di Sci del Mondo effettuano momenti di confronto su diverse tecniche, realizzando discese che rappresentano la massima espressione dello sci, dove lo spettacolo e la coreografia la fanno da padrona; in pratica si dimostra quale livello è possibile raggiungere attraverso il gesto sugli sci, con evoluzioni di gruppo di altissimo livello.
1 Preparate in anticipo il vostro itinerario consultando cartine e guide turistiche. Dotatevi di calzature specifiche per la montagna, vestiario (più capi sovrapposti da aggiungere o togliere a seconda della temperatura) ed equipaggiamento adeguati; 2 Consultate i bollettini nivo-meteorologici ricordandovi che in montagna le condizioni meteo possono mutare radicalmente anche in pochi minuti; 3 Prima di affrontare un’escursione alimentatevi correttamente e scegliete un itinerario che tenga conto della vostra capacità e dello stato di allenamento. Sopravvalutare le vostre capacità potrebbe essere pericoloso per voi e per i vostri compagni; 4 Accertatevi di saper usare l’attrezzatura e non dimenticate un set di pronto soccorso. Imparate le regole basilari di primo soccorso; 5 Se scegliete di partire da soli portate con voi un telefono o una radio ricetrasmittente. In ogni caso lasciate informazioni sul vostro itinerario e sull’orario approssimativo di rientro. I rifugi sono attrezzati con un registro dove potete scrivere provenienza e destinazione certa del vostro itinerario; 6 Durante l’escursione seguite attentamente le indicazioni e la segnaletica del vostro itinerario. Nel dubbio chiedete sempre informazioni ad altri escursionisti o preferibilmente ai gestori dei rifugi; 7 Non esitate ad affidarvi ad un professionista: gli istruttori della Polizia di Stato possono consigliarvi ed i professionisti della montagna possono anche accompagnarvi in sicurezza; 8 Se le condizioni meteorologiche dovessero peggiorare poco dopo l'inizio dell'escursione ritornate velocemente al punto di partenza del vostro itinerario. Se il temporale vi dovesse sorprendere non riparatevi in gruppo sotto gli alberi isolati. E’ preferibile trovare riparo sotto una roccia o in un antro lontano da rivoli d’acqua; 9 In caso di escursione su via ferrata o di arrampicata in parete dotatevi della necessaria attrezzatura alpinistica: casco, imbragatura, corda, cordini, moschettoni. Prestate particolare attenzione ai vostri movimenti evitando di far cadere sassi o compiere altre azioni che possano mettere in pericolo l’incolumità di altri escursionisti; 10 Se praticate lo sci estivo, rispettate le regole riportate nel decalogo dello sciatore e scegliete le prime ore della giornata per accedere alle piste. Se programmate un’escursione su ghiacciaio seguite le norme specifiche di sicurezza in tale ambiente: - non uscite dalle piste o itinerari segnalati per evitare di cadere in pericolosi crepacci; -usate sempre ramponi e piccozza; 11 Equipaggiatevi per proteggervi dal freddo e dai raggi solari con scarponi, giacca a vento, guanti, berretto, occhiali da sole e creme solari. Se vi avventurate fuori da percorsi segnalati è d’obbligo procedere in cordata; 12 In caso di incidente di cui siete testimoni chiamate subito il numero di pronto intervento 118 fornendo con calma le necessarie informazioni. (dal sito della Polizia di Stato)
Relatori:-Dott.ssa Sandra Frizzera Prmaria del servizio di medicina sportiva, Bolzano -Prof. Lucio Lucchin Servizio di dietetica e nutrizione clinica, Bolzano. L’alimentazione è diventato un argomento da salotto. Se ne parla ovunque e le informazioni quotidianamente proposte passano dal sacro al profano alla truffa, spesso senza che il cittadino se ne accorga. Se tutti credono di sapere in tema di nutrizione, come mai il peso delle persone è in continuo aumento, cosi’ come le malattie associate a scorretta alimentazione ? Si è venuto a creare, ad esempio, un circolo vizioso in cui le persone sono sempre più ossessionate dal peso, ricorrono alle diete più fantasiose e ottengono come risultato di aumentare ancora di più. Forse in pochi sanno che manipolare l’alimentazione,cosa apparentemente semplice,non è privo di rischi per la salute non tanto nel breve,quanto nel medio lungo termine. E allora un arma da sempre vincente quando ci si trova di fronte ad una problematica, è quello di approfondire le conoscenze. Fare chiarezza scientifica sulle diete che vanno per la maggiore, è l’obiettivo dell’incontro. Si valuteranno scientificamente i pro e contro di diete come la zona,la Atkins,la Montignac, la dissociata, quella del minestrone,dei gruppi sanguigni , delle intolleranze e il mondo del vegetarianesimo. Alcune considerazioni saranno infine effettuate circa la corretta alimentazione. A partire dagli anni '70 nei Paesi industrializzati per fattori socioeconomici, culturali, politici e ambientali (globalizzazione, urbanizzazione) si è verificato un allarmante aumento delle patologie croniche quali cardiopatie, ictus, diabete, disturbi respiratori cronici, osteoporosi, artrosi,. Nel 2005 oltre 35 milioni di persone sono morte per malattie croniche, tra cui molti giovani e persone di mezza età. Il 60% di tutti i decessi è dovuto a malattie croniche e, in mancanza di interventi correttivi, tre il 2005 e il 2015 le morti sono destinate ad aumentare del 17% (passando a 41 milioni). I principali fattori di rischio delle malattie croniche sono: alimentazione scorretta mancanza di attività fisica fumo di tabacco che determinano a loro volta: ipertensione arteriosa, glicemia elevata, anomalie lipidiche nel sangue, soprappeso e obesità. L’obesità nel 2005 è stata negli USA la prima causa di morte, in Italia un terzo della popolazione è soprappeso. I bambini Italiani sono i piu’ grassi d’Europa e il soprappeso è direttamente proporzionale al tempo al tempo passato davanti al televisore. L’atttività fisico sportiva e anche il semplice movimento agiscono come prevenzione e terapia non solo dell’obesità ma anche delle patologie collegate con l’obesità: cardiopatie ischemiche, ipertensione, diabete, osteoporosi, artrosi. Per il diabete e l’ipertensione addirittura costituisce la terapia di 1° scelta nella fase iniziale della malattia. Recenti studi dimostrano inoltre che l’attivita fisica moderata produce dei benefici anche in patologie apparentemente non collegate come la depressione. Alla luce di questi dati è necessario che tutti percepiscano fortemente il valore dell’attività fisica e motoria non più come semplice attività ludica e ricreativa ma come cardine di prevenzione e di terapia e il ruolo del della medicina dello sport e del movimento diventa fondamentale per determinare le linee guida di intervento. La strategia di promozione dell’attività sportiva dovrebbe essere la seguente: a)intervenire efficacemente nel mondo della scuola perché aumentino le ore di educazione fisica e anche come azione di formazione sugli insegnanti - b)collaborare a progetti che vertono sul “movimento”, partecipando e promuovendo campagne di Medicina preventiva su gruppi mirati (scolari, studenti, donne in menopausa, anziani, disabili, portatori di patologie quali diabetici, ipertesi ecc., anziani) progetti che durino nel tempo, studi controllati con verifiche periodiche basate sulle prove di evidenza - c)prescrivendo l’attività motoria (il movimento come vera e propria terapia prescritta dal medico curante) --Attenzione: Questa relazione è stata tratta dal sito http://www.minimed.it/index.php?language=it ed è protetta da copyright.--Recapito dei relatori per ulteriori informazioni: Dott.ssa Sandra Frizzera Primario del servizio di medicina sportiva Euroopaallee 31, 39100 Bolzano Tel.: (0039) 0471 932 522 E-mail: sandra.frizzera@sbbz.it - Prof. Lucio Lucchin Servizio di dietetica e nutrizione clinica Böhlerstr. 5, 39100 Bolzano Tel.: (0039) 0471 908 545
Il Nordic Walking ha le sue radici in Finlandia nei primi anni 30: gli atleti dello sci da fondo cominciavano ad utilizzare bastoni durante i loro allenamenti estivi. Lo sviluppo del Nordic Walking nella sua attuale forma di attività fisica e ricreativa alla portata di tutti è iniziato in Finlandia nei primi anni 80. Nel 1997, il concetto di Nordic Walking è stato ufficialmente lanciato congiuntamente dalla Suomen Latu (Finnish Central Association for Recreational Sports and Outdoor Activities), dalla società produttrice di bastoni Exel Plc., e dall'Istituto per lo Sport di Vierumäki (Finlandia). La collaborazione tra questi tre importanti specialisti dello sport è stata la perfetta ricetta per una storia coronata da successi. I primi bastoni ufficiali Nordic Walker® sono stati presentati al pubblico dalla Exel Plc. International Nordic Walking Association (INWA) è stata istituita nel 2000, e con il proprio lavoro ha rapidamente aperto la strada all'introduzione ed alla pratica di questa attività a livello globale. Oggigiorno solo in Finlandia 760 000 persone, che rappresenta il 19% della popolazione, praticano il "sauvakävely" regolarmente almeno una volta alla settimana ed è uno degli sport più popolari in Finlandia. In Germania i Nordic Walkers si contano già in ca. 2 milioni e ca. 12 milioni tedeschi sono interessati a provarlo, secondo le ultime ricerche. Il Nordic Walking è attualmente una delle discipline sportive di maggior crescita nel mondo: si stima che nel 2005 il numero di praticanti di Nordic Walking nel mondo raggiungerà i 6 milioni di persone. I paesi di maggior sviluppo sono Finlandia, Norvegia, Germania, Austria e Svizzera, ma anche per paesi come il Benelux, la Danimarca , la Francia , l'Italia ed i paesi dell' Est Europa è prevista una crescita repentina e significativa. Negli Stati Uniti, in Cina ed in Australia il Nordic Walking è già stato lanciato con sorprendenti successi. Prima di cominciare a praticare il Nordic Walking è importantissimo imparare la tecnica corretta - un'impostazione sbagliata e movimenti abituali errati sono spesso difficili da correggere successivamente. Partecipare ai corsi organizzati dagli Instructor ANWI con il certificato internazionale dell'INWA è il miglior modo per cominciare. Sono loro gli Instructor D.O.C.G. (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita) che insegnano il Nordic Walking originale finlandese. Gli Instructor ANWI utilizzano un'innovativo sistema di insegnamento basato su tre corsi: Base, Tecnica 1 e Tecnica 2, ognuno di 90 minuti. Durante il corso Base un appassionato avrà già un'idea completa su che cosa include il mondo del Nordic Walking e sarà in grado di cominciare a praticare questa attività autonomamente. Ai corsi di Tecnica 1 e 2 si perfeziona la tecnica, la postura e il controllo di tutto il corpo per acquisire al termine il Diploma e il titolo "Nordic Walker". Questo titolo garantisce la partecipazione privilegiata agli eventi, meetings, convegni e viaggi organizzati dall'ANWI, dall'INWA e da loro Partners ed organizzazioni affiliate in tutto il mondo. (Nordic Walker è un marchio registrato) Piacevoli e divertenti uscite ed escursioni, sia facili che impegnative, vengono poi organizzate dagli Instructor ANWI, spesso ottimi conoscitori dei loro territori, dei sentieri e della natura. Vengono anche proposti dei workout, vere e proprie sessioni di allenamento in modo mirato, studiate in base al livello dei partecipanti, utilizzando anche degli esercizi specifici su vari temi, come tonificazione del corpo, potenza aerobica, coordinazione, mobilità ecc. Nel livello avanzato, tramite il Nordic Walking e i suoi movimenti naturali si impara a migliorare la propria conoscenza del corpo e il controllo dei suoi movimenti. Il benessere del corpo, muoversi in maniera corretta anche nella vita quotidiana, al lavoro, praticando altri sport, sono fra gli obiettivi finali del Nordic Walking.
Nel 2009 le Dolomiti, incluso il Rio delle Foglie-Bletterbachschlucht, sono state inserite nella lista dei patrimoni mondiali dell'UNESCO e riconosciute come "patrimonio naturale mondiale". Così le Dolomiti, insieme al monte "jungfrau Aletsch Bietschhorn" e al "Monte San Giorgio"(entrambi in Svizzera), il terzo patrimonio naturale nell'arco alpino, nonchè il secondo in Italia, insieme alle isole Eolie. A livello internazionale, con l'inserimento nella lista dei patrimoni mondiali dell'UNESCO le Dolomiti acquistano uno status pari a quello del Grand Canyon National Park negli Stati Uniti o a quello delle cascate Vittoria in Africa. L'inserimento nella lista vincola l'Italia - nel caso specifico delle Dolomiti le regioni autonome del Trentino Alto Adige e del Friuli nonchè la regione Veneto - a salvaguardare il territorio delle Dolomiti attraverso degli specifici programmi di tutela. In Alto Adige questo compito è praticamente già svolto attraverso i quattro parchi naturali esistenti. Le Dolomiti sono uniche per la loro conformazione geologica:le rocce dolomitiche si conpongono in gran parte di alghe e barriere coralline pietrificate, emerse al ritirarsi del caldo mare della Tetide. L'inserimento nella lista legittima a integrare da subito il termine "Dolomiti" con l'aggiunta di "patrimonio naturale dell'UNESCO". In questo modo viene manifestato chiaramente che non si tratta solo di un paesaggio di una bellezza unica a livello mondiale, ma anche che questo paesaggio è sottoposto alla particolare tutela di un'istituzione internazionale.
L'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) è un'organizzazione operante a livello mondiale con sede a Parigi, che tra le varie missioni, dal 1975 ha quella di mantenere una lista dei patrimoni dell'umanità. 145 stati si sono impegnati a conservare lo stato dei monumenti culturali e naturali attraverso degli appositi programmi di tutela. Attualmente la lista UNESCO comprende complessivamente 890 patrimoni mondiali:689 con il titolo di monumenti culturali e 176 di monumenti naturali, mentre 25 ricoprono nel contempo entrambe le definizioni.
Lo sci alpino consta di sei diverse specialità divise tra tecniche, veloci e combinate. Alla prima categoria appartengono lo slalom speciale e lo slalom gigante; alla seconda il supergigante e la discesa libera; alla terza la combinata e la supercombinata. Lo slalom speciale è caratterizzato da un percorso contrassegnato da porte (costituite alternativamente da un palo rosso e da uno blu) poco distanziate tra loro che richiedono curve ad arco stretto e in cui la velocità generalmente non supera i 35 km/h. Le manches sono due, passano alla seconda gli sciatori che hanno completato il percorso senza saltare nessuna porta. Vince l'atleta che ha ottenuto il tempo più basso sommando le due manches. Lo slalom speciale è considerata la gara tecnica per eccellenza ed è la più antica, presente già, insieme alla discesa libera, alle Olimpiadi del 1948. Lo slalom gigante deriva dallo speciale e generalmente si gareggia sulle stesse piste, ma è caratterizzato da una maggiore distanza tra le porte, quindi da un arco di curva più ampio, e dalla maggiore velocità che da questo deriva. Anche le porte sono diverse: i pali sono due per ciascuna e sono collegati tra di loro da una striscia di tessuto blu o rossa. Gli sci sono più lunghi e i bastoncini curvati. Il supergigante prevede un percorso delimitato da porte fortemente distanziate tra di loro e questo, unito a una maggiore lunghezza della pista rispetto alle discipline precedenti, permette agli sciatori di raggiungere velocità intorno ai 100 km/h. Le gare sono costituite da una sola manche e vince l'atleta che ha completato il percorso (senza saltare nessuna porta) nel minor tempo. La discesa libera prevede ancora meno porte del supergigante e i picchi di velocità raggiunti possono arrivare ai 130 km/h. Per migliorare la visibilità del tracciato e per evidenziare eventuali dislivelli ultimamente sono state introdotte delle linee blu longitudinali e trasversali. Anche per la discesa libera la manche è una sola, ma nei giorni precedenti gli atleti svolgono da una a tre prove cronometrate per memorizzare il percorso; se non è possibile effettuarle, la gara non si svolge. La combinata è composta da una gara di discesa libera e da due manches di slalom speciale, che si svolgono in due giorni diversi; la supercombinata da una mini discesa libera e da una manche di slalom speciale che si disputano nello stesso giorno.
Anche sulle piste da slittino valgono le regole internazionali FIS. 1 RISPETTO PER GLI SLITTINISTI. Il comportamento responsabile ed oculato fa evitare incidenti. 2 VELOCITA' CONTROLLATA. Adeguare velocità e guida alle proprie capacità e alle condizioni della pista (neve e meteo).Mantenere una distanza di sicurezza di almeno 8 metri. 3 TRAIETTORIA E INCROCI. Lo slittinista più veloce fa attenzione a non danneggiare quello più lento. Attenzione ai cartelli segnaletici sopratutto in prossimità di incroci con sentieri e piste da sci. 4 SORPASSI.Solo con buona visibilità, debita distanza di sicurezza e a velocità moderata. 5 SOSTA. Solo con buona visibilità. In caso di caduta liberare al più presto la pista. 6 SALITA E DISCESA. E' vietato scendere in slittino sulla pista da sci. Mai con la testa in avanti. Attenzione particolare durante discese notturne. Per la risalita seguire il sentiero segnalato, stando sull'orlo e all'interno della pista da slittino. 7 RISPETTARE LA SEGNALETICA. Fare sempre attenzione alla segnaletica e alle indicazioni. 8 CADUTA. Tenere lo slittino, mettere in sicurezza ed aiutare l'infortunato. 9 EQUIPAGGIAMENTO. Scarponi adatti, con un buon profilo (anche ramponi) sono indispensabili per garantire la sicurezza allo slittinista. 10 OBBLIGO DI CASCO. Per i bambini fino a 14 anni il casco è obbligatorio per legge. Per gli adulti è fortemente consigliato.